Donato Di Santo

Tra Italia e America Latina

Viaggi con D’Alema e Fassino
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IL SOSTEGNO A LULA: 2002, DUE VIAGGI “BRASILIANI” CON D’ALEMA

1° VIAGGIO IN BRASILE

Dal 1990, quando partecipai al 7° Incontro nazionale del PT, e poi con la partecipazione di Lula al Congresso di Rimini del 1991, dove nacque il PDS, cominciai a mantenere relazioni strette e costanti con il gruppo di brasiliani in Italia militanti del PT, offrendo la tipografia e la sede del Bottegone per stampare materiale e per svolgere riunioni del Comitato di appoggio alle candidature di Lula (ci si riuniva anche alla Fondazione "Lelio Basso”, grazie alla ospitalità di Linda Bimbi e delle sue consorelle). In quel periodo i due "pilastri” erano Cristina Sampaio, che lavorava al Centro di cultura brasiliana di piazza Navona (poi, con i governi Lula, si troverà ad occuparsi di cooperazione decentrata con l’Italia da…Planalto!), e Milton Rondò, giovane diplomatico brasiliano dalla generosa ospitalità: con entrambi il dialogo e la collaborazione è proseguita ininterrottamente.
Nel gruppo c’erano anche Iraé, Eloi, Jane, Halina Bilocon. E in quel periodo conobbi una persona che diventerà per me un "faro” per quanto riguarda cultura e politica brasiliana: Roberto Vecchi, straordinario conoscitore del continente-Brasile (e non solo). Con Roberto, che adesso insegna all’Università di Bologna, il dialogo - oltre che l’amicizia - si è consolidato negli anni. Nelle iniziative (che andavano dalle "feijoadas” di autofinanziamento fino a convegni e seminari), a volte partecipavano esponenti dal Brasile.
Una volta venne l’allora Governatore delRio Grande do Sul, Olivio Dutra, altre volte Luiz Dulci (che bibliofilo qual è, e praticamente bilingue, ne approfittava per fare incetta di libri alla libreria Rinascita), Gilberto Carvalho, Zé Dirceu, Marco Aurelio Garcia, Aloizio Mercadante. La permanenza in Italia di Cezar Alvarez, lo rendeva ospite quasi fisso di questi incontri. Spesso si aggregava, scendendo da Torino, anche Alberto Tridente, che con Lula ed il PT ha una sua - bella - storia da raccontare.
Ogni quattro anni, prima delle presidenziali, si costituiva il comitato italiano di sostegno a Lula: in questo modo gli amici brasiliani petisti, ed io con loro, confermavano un impegno attivo.
Dopo il Congresso del PT a Recife, del 2001 (al quale, unico rappresentante europeo, avevo partecipato), e con la vittoria della strategia di alleanze dell’allora Segretario PT, José Zé Dirceu, capii che qualcosa stava cambiando nel profondo … E l’anno successivo (l’anno delle elezioni presidenziali) proposi a D’Alema di fare un viaggio in Brasile a sostegno della campagna di Lula. Accettò, e all’inizio di giugno eravamo in Brasile. A Rio de Janeiro incontrammo l’allora Governatore Benedita da Silva, e Leonel Brizola, storico leader del PDT e, come D’Alema, Vice Presidente della Internazionale Socialista. D’Alema parlò alla comunità di origine italiana di Rio sostenendo la candidatura di Lula. Poi nel Rio Grande do Sul, per una immersione nel mondo veneto-friulano della collettività di origine italiana. Facemmo iniziative con Dutra e Genro, a Porto Alegre, e D’Alema tenne una conferenza all’Istituto latinoamericano di studi avanzati dell’Università federale del Rio Grande do Sul. Andammo a Caxias do Sul e a Bento Gonçalves, incontrando decine di imprenditori di origine italiana. A San Paolo, dopo una conferenza ad URBIS 2002, incontrammo il Sindaco, Marta Suplicy. Vari incontri con la collettività di origine italiana, e una riunione con una ventina di rappresentanti di grandi imprese italiane: in maggioranza erano spaventati dal "pericolo Lula”, alcuni parlavano persino di "rischio Brasile”, paventando che un governo Lula avrebbe disatteso gli impegni macroeconomici verso gli organismi internazionali… Noi ci sforzavamo di ripetere che non era così e che erano troppo influenzati da analisi che poco avevano a che fare con la realtà. Un efficace intervento, controcorrente, lo fece Giorgio della Seta, allora rappresentante di Pirelli inBrasile. Andammo all’Arsenal da esperança (D’Alema è amico personale di Sergio Olivero, animatore di questa esperienza che, nella periferia di San Paolo, aiuta migliaia di poveri e di giovani), e facemmo una lunga chiacchierata con Mino Carta, direttore del settimanale Carta Capital.
A conclusione del viaggio incontro finale DS-PT, con Zé Dirceu, Dulci, Palocci, Vicente Trevas, Nani Stuart, Roqueda Silva, e con un Lula stanco e sudato che arrivava direttamente da uno degli innumerevoli comizi. Lula era particolarmente contento di questa nostra visita e del sostegno che l’ex Presidente del Consiglio italiano e Vice Presidente della Internazionale socialista gli stava dando. Alla fine dell’incontro disse a D’Alema: "sei stato l’unico leader europeo a venire in Brasile a ‘metterci la faccia’ e a darmi una mano durante questa campagna elettorale, e te ne sono grato. Non so se riuscirò a vincere, ma se così fosse ti prometto che, nei due mesi tra il voto (ottobre) e l’effettivo insediamento (primo gennaio), sarai l’unico esponente politico europeo che inviterò da Presidente eletto”. Manterrà la promessa. In una intervista apparsa a conclusione del viaggio, il 9 giugno 2002 su l’Unità, ad una domanda di Pasquale Cascella, D’Alema rispose:
"Il Brasile sta vivendo un momento di straordinaria vitalità politica, ed è impegnato in una grande sfida per il futuro. Mai come questa volta il Partido dos Trabalhadoresed il suo candidato, Luiz Inacio da Silva,Lula, una grande figura prima del sindacalismo e poi dell’opposizione, è vicino alla vittoria. E’ del tutto evidente l’importanza di un tale evento, nel paese guida dell’America latina, con i suoi 170 milioni di abitanti. Se si rimette in movimento, questa nazione potrà trainare l’intero continente sud americano fuori dalla crisi drammatica - si pensi alle condizioni dell’Argentina, della Colombia, del Venezuela - che stanno vivendo. E far affacciare un nuovo gigante sulla scena mondiale”.
Quattro mesi dopo, Lula vinse le elezioni presidenziali brasiliane e, da "Presidente eletto”, puntualmente mantenne la promessa e invitò D’Alema e me in Brasile entro la fine dell’anno. D’Alema mi chiese di preparare un viaggio in più paesi: aveva inviti a tenere conferenze in Cile, Bolivia e Uruguay e questa era l’occasione giusta. Venne anche Nicola La Torre.
Poi, in prossimità della partenza, arrivò la notizia che Estela Carlotto, Presidente dell’associazione "Abuelas de Plaza de Mayo” aveva subito un attentato. Subito decidemmo di passare da BuenosAires, per andare a visitare Estela e farle sentire la nostra solidarietà.

VIAGGIO IN ARGENTINA

L’incontro con Estela fu, come sempre, caloroso. Con lei c’era anche Lita Boitano, altra donna straordinaria. Estela ci raccontò dell’attentato di pochi giorni prima: in piena notte avevano esploso colpi, di grosso calibro, contro casa sua e alcuni proiettili erano giunti fino alla camera da letto. La dinamica appariva come una sorta di avvertimento, del tipo: se continui così, nella tua ricerca della verità sul destino dei bambini figli dei desaparecidos, questa è la fine che ti attende.
Estela, tranquilla, ci disse:continuerò nella mia lotta. Mi sento una sopravvissuta, non ho paura di morire.Furono momenti commoventi e toccanti.
I ragazzi del Circolo Enrico Berlinguer di Buenos Aires organizzarono un incontro con D’Alema. Alla fine gli regalarono l’oggetto simbolo di quel periodo post default, quando lo slogan era "que se vayan todos”: una pentola e un coperchio, cioè lo strumento dei caserolazos, i "concerti” di protesta che, risuonando da decine di migliaia di case o per le strade, costituivano la colonna sonora delle proteste.

VIAGGIO IN URUGUAY

Dopo una visita al Presidente Jorge Battle (che di lì a poco verrà sostituito dal primo Presidente di sinistra dell’Uruguay, Tabaré Vazquez), e al Sindaco di Montevideo, già conquistata dalla sinistra (in quel periodo era Mariano Arana), avemmo un lungo incontro con Tabaré e con altri dirigenti del Frente Amplio.
D’Alema tenne la sua conferenza, su Europa, America latina e globalizzazione, all’Università nazionale, davanti ad un folto pubblico di studenti, professori e politici nazionali.

VIAGGIO IN CILE

A Santiago D’Alema tenne una conferenza al Seminario internazionale sul Tribunale penale internazionale, sul tema "Sovranità e giustizia universale”. Incontrammo moltissimi vecchi amici, alcuni di loro ex esiliati in Italia. Da José Miguel Insulza, che era Ministro dell’Interno, ad Antonio Leal, da José Antonio Viera-Gallo a Ernesto Ottone, da Isabel Allende a Lucho Guastavino, a molti altri esponenti della Concertacion democratica.
L’incontro con Ricardo Lagos, il primo Presidente socialista dopo Allende, fu al palazzo de La Moneda. Un momento di intensa commozione fu l’incontro, da vecchi amici, con un gruppo di ex esiliati cileni in Italia. C’erano vari tra i componenti degli Inti-Illimani, oltre a Ernesto Ottone, Antonio Leal, Juan e Marta Barattini e la loro figlia Claudia, Jorge Arrate, Sergio Vuscovich (che fu Sindaco di Valparaiso, prima del golpe), Luis Guastavino, José Miguel Insulza e molti altri.
La domenica la dedicammo al deserto di Atacama.

VIAGGIO IN BOLIVIA

La conferenza di D’Alema, sui temi della globalizzazione, era stata organizzata, presso il Parlamento, da Moira Paz Estenssoro, in quel periodo senatrice dell'MNR (era stata a lungo Ambasciatore in Italia: persona di vedute progressiste e aperte, da vari anni aveva avviato un dialogo con noi. Dialogo - e amicizia profonda - che continuano tutt’ora).
D’Alema venne ricevuto dal Presidente Sanchez de Losada (che poi, dopo i tumulti di La Paz, riparerà negli USA).
Riuscimmo anche a visitare alcuni siti archeologici su un’isola del lago Titicaca.
A causa di un ritardo di un aereo saltò, invece, l’incontro programmato con l’allora sindacalista dei cocaleros del Chapare, Evo Morales.

2° VIAGGIO IN BRASILE

E, finalmente, giungemmo a San Paolo dove, nel suo quartier generale di Presidente eletto, venimmo ricevuti da Lula. Fu un momento commovente e intenso. Lula ringraziò D’Alema e il partito per quanto fatto in tutti gli anni precedenti e per averlo sostenuto anche nei momenti difficili. Venimmo a sapere di "malumori” nelle ambasciate europee per questo "trattamento speciale” riservatoci dal Presidente eletto. Ma Lula tagliò corto: "io non sto ricevendo una delegazione politica, bensì dei vecchi amici”. E con questo chiuse le polemiche.
Vedemmo molti esponenti politici, da Zé Dirceu a Marco Aurelio Garcia, da Cezar a Carvalho, da Palocci a Dulci. Poi D’Alema tenne una conferenza, molto partecipata, alla Fondazione Getulio Vargas.
Un testo che ben racconta la speciale relazione politica tra Lula e D’Alema è l’introduzione che quest’ultimo ha scritto alla edizione italiana della biografia di Lula, di Denise Paranà.

 
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